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Il vino Kosher ebraico

Le bevande d'uva possono essere suddivise in vino alcolico, vino passito e succo d'uva. La produzione di vino avviene al momento della vendemmia una o due volte l'anno. L' uva viene raccolta con cura e trasferita in cantina, dove viene pigiata (o pressata) meccanicamente o manualmente.

sigillo-cisterna

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Kosherizzazione delle cantine

Il lavaggio dell'attrezzatura

Qualora la cantina preposta alla produzione di vino kosher abbia in passato ospitato e lavorato vino non-kosher, essa deve essere kosherizzata. Il processo di kosherizzazione prevede il lavaggio di tutta l'attrezzatura con acqua bollente, in diverse fasi, secondo quanto previsto dall'halacha, sotto la supervisione di un mashgiach esperto.

raccolta-uva

02

Il trasporto dell'uva

Prevenire l'Hamshacha

Durante il periodo in cui l' uva viene portata in cantina, i Mashgichim devono essere costantemente in allerta per prevenire un Hamshacha involontario e irreparabile, squalificando così il processo di vinificazione totale. "Hamshacah" è definito in Avodah Zarah, come la separazione del succo dalla buccia dell'uva. In termini di produzione, qualsiasi movimento del succo d'uva avviato da un non-ebreo, si qualifica per Hamshacha.

uva

03

La pigiatura

Il lavoro dei Mashgichim

Ogni volta che il succo viene spremuto, campionato, convogliato o pompato con un tubo, se queste azioni sono effettuate da un non-ebreo la produzione viene squalificata. Un mashgiach attento deve avviare, attivare o operare ogni fase essenziale della frantumazione. Per questo motivo, la cantina deve essere presidiata da un numeroso equipaggio di Mashgichim qualificati per tutta la durata della pigiatura.

botte-vino
Il vino Mevushal

Il vino diviene Mevushal quando subisce un processo di pastorizzazione. La sua peculiarità è che può essere versato anche da non-ebrei e per questo motivo trova largo consenso nelle comunità ortodosse.

Molte aziende vinicole pastorizzano il vino in una fase molto precoce della produzione per evitare problemi di Hamshacha. Bishul (Vedi sezione "Bishul Yisroel") è definito Halachicamente come il punto in cui il succo inizia a bollire. Per ottenere il bishul, il vino deve essere cotto ad una temperatura più alta di 180°F. Una volta cotto, il vino non può più fermentare naturalmente. Pertanto il vino deve avere enzimi esterni, aggiunti al succo affinchè possa avvenire la fermentazione artificiale. A questo punto è necessario assicurarsi che vengano utilizzati solo gli enzimi del vino Kosher. Altre aziende usano pastorizzare il vino in seguito ai processi di fermentazione e chiarificazione.

cantina-botti

04

Il processo di invecchiamento

Invecchiamento e standardizzazione

In alcuni dei punti sensibili dello sviluppo del vino (cioè invecchiamento, miscelazione o standardizzazione), il vino non-mevushal non deve mai essere stappato o degustato da un non ebreo in modo che non si verifichi un Hamshacha squalificante. Per i vini che sono già Mevushal, i serbatoi devono essere sigillati con i sigilli del Mashgiach per garantire che non si verifichino manomissioni.

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